In Lombardia vorremmo essere nelle piazze, nei maggiori capoluoghi ma non solo, con banchetti informativi dedicati al tema 'acque minerali'. Si tratta di fare un po' di sana informazione ai cittadini, per cercare di superare alcuni pregiudizi assai diffusi a causa della martellante propaganda dei grandi marchi di acque e dire alcune semplici verità (le particelle di sodio non sono così cattive, l'acqua non deve essere 'leggera', il calcare fa bene alla salute...), ma anche coinvolgerli in una prova d'assaggio (vediamo se sapete riconoscere l'acqua del rubinetto da quella minerale). La domanda è: val davvero la pena di spendere tanti soldi per comprare un'acqua che spesso è di qualità perfino inferiore a quella che viene erogata - a tariffe che ahinoi ne incentivano il cattivo utilizzo - dal pubblico acquedotto? Per questo, dove possibile, vi invito a coinvolgere l'MDC (Movimento Difesa del Cittadino).
L'obiettivo è quello di far riflettere e discutere sul fatto che in Italia, paese in cui per fortuna il principio dell'acqua bene pubblico è indiscutibile, un settore industriale/finanziario sia di fatto riuscito a fare enormi quanto facili profitti semplicemente appropriandosi di fonti idriche e investendo in campagne pubblicitarie basate sulla sistematica disinformazione. Ma anche su quale sia l'impatto ambientale associato alla produzione, distribuzione e consumo di acque minerali, e su quante risorse economiche siano sottratte alle famiglie per arricchire una manciata di multinazionali quando invece molto meno soldi, investiti nella gestione pubblica del ciclo dell'acqua, potrebbero portare enormi benefici collettivi, finanziando azioni di risanamento a livello di bacini idrografici e migliorando la gestione delle reti - colabrodo
